Anche se le modalità sono cambiate, si è ancora a scuola: è utile fornire agli studenti un sommario dei comportamenti adeguati a svolgere efficacemente la DaD, informandoli preventivamente dei provvedimenti che saranno adottati nel caso suddette regole non venissero rispettate.
Categoria: Per tutti
Lezioni sincrone
Al fine di consentire a tutti i docenti di programmare le proprie lezioni, ci si può accordare con i colleghi per iniziare gli interventi al minuto iniziale di ogni ora e per non protrarre la durata degli stessi oltre i 50/55 minuti.
Uniformità e formazione
Per una DaD efficace, è fondamentale che docenti, studenti e famiglie siano formati e che tutti utilizzino lo strumento con la stessa consapevolezza. Noi abbiamo preparato dei videotutorial sull’uso di GSuite per i colleghi e per i ragazzi. È vero, in rete se ne trovano mille, ma abbiamo constatato che uno realizzato ad hoc per il proprio istituto fa centro!
Studenti che diventano docenti
Nella nostra scuola paritaria sono presenti tutti gli ordini, dall’infanzia al liceo (scientifico). I ragazzi di quarta liceo stanno realizzando per i bimbi di quinta primaria (che stanno studiando ora i Romani) delle mini videolezioni su Virgilio e l’Eneide. Agli studenti di quinta primaria sarà chiesto di esprimere il proprio giudizio e votare la lezione più chiara e coinvolgente. Conosciamo davvero qualcosa quando siamo in grado di spiegarlo agli altri, no?
Video per domande e risposte
Propongo di usare come strumento molto motivante per gli studenti l’uso di flipgrid, utilizzabile anche in app da smartphone e tablet, con il quale il docente può creare un filo di discussione tramite videocapsule, cioè alla domanda gli studenti rispondono con un breve video e possono vedere ed ascoltare le risposte degli altri. Può essere utilizzato dai piccolissimi fino agli adulti. Il docente invia un link e un codice e gli studenti cliccano e registrano il loro messaggio. https://info.flipgrid.com.
“Cavalieri” virtuali
In aula, con classi non troppo numerose chiedo ad ogni studente di avere un “cavaliere” con il proprio nome davanti (non il cognome), per creare una atmosfera più personale. Nella lezione online è possibile farlo anche con classi numerose visto che si vede il nome dello studente: se qualcuno prende il microfono e fa una domanda oppure se la fa nella chat (che magari scorre veloce, con vari contributi), nel rispondere DICO ESPLICITAMENTE A CHI STO RISPONDENDO (“Giuseppe chiede…”). Questo consente di manifestare attenzione alle persone e, per la chat, fa sì che si capisca ancora meglio a quale domanda tra tante si sta rispondendo.
Metteteci la faccia!
È ovvio: nelle lezioni remote, manca la presenza fisica. I partecipanti sono “voci”, a volte anche “volti”, ma sfumati, piccoli e temporaneamente presenti. Ma sappiamo che la persona è legata a doppio filo a ciò che insegna/impara. Aumentate l’effetto presenza, soprattutto nel caso in cui voleste basare tutta la lezione su slides o altri mezzi visivi spersonalizzati. Cominciate e chiudete la lezione con la vostra faccia, nel posto in cui siete (badate a ciò che si vede…). Se avete classi piccole, chiedete a chi apre il microfono per fare domande di attivare anche il video e farsi vedere. Aumenterà molto il senso di essere insieme.
Scarsa connessione
Se ci sono problemi di connessione: accontentarsi dell’audio e della webcam del docente. Silenziare tutti i microfoni degli studenti. Spiegare che possono “alzare la mano” in vari modi, per esempio scrivendo in chat (dipende dal sistema che si usa) e che di conseguenza verrà riattivato il loro microfono.
Cosa vedono gli studenti
Per vedere quel che vedono gli studenti ed essere quindi certi di essere “tutti sulla stessa barca”, tenere un secondo dispositivo connesso al sistema di webconferencing che si usa aperto, con un altro utente connesso. Questo eviterà per esempio di parlare per qualche minuto commentando delle slides per scoprire che i 250 studenti non vedono nulla…
Seguire la chat
Per poter seguire meglio la chat, usare due PC/device in parallelo (accedendo a Teams da entrambi). Per esempio, un PC e uno smartphone. Su uno lasciare le slides o le finestre che si desidera condividere con gli studenti, sull’altro la chat.