Vox clamantis in deserto

L’insegnamento è, come insegnava Platone, un rapporto personale. Se non volete sentirvi come se steste gridando in mezzo al deserto, chiedete a 2-3 studenti di condividere il video: in questo modo, non starete più parlando a uno schermo (cosa che può mettere in difficoltà), ma a delle persone e seppure a campione potrete verificare le reazioni. I 2-3 studenti possono ruotare nel corso della lezione.

Fill in the blanks

Per ricapitolare in modo coinvolgente una lezione: preparare frasi che riassumano i concetti principali ma in cui MANCHI IL TERMINE ESSENZIALE. Chiedere agli studenti di identificare la parola mancante. Si può fare usando una presentazione con slides in cui nella prima ci sia la frase con la parola mancante e nella seconda la frase completa. Le proposte per la parola mancante si possono raccogliere tramite chat. In alternativa, si può usare un documento condiviso (ma solo con classi poco numerose). Far seguire ad ogni concetto una piccola discussione/riflessione.

“Cavalieri” virtuali

In aula, con classi non troppo numerose chiedo ad ogni studente di avere un “cavaliere” con il proprio nome davanti (non il cognome), per creare una atmosfera più personale. Nella lezione online è possibile farlo anche con classi numerose visto che si vede il nome dello studente: se qualcuno prende il microfono e fa una domanda oppure se la fa nella chat (che magari scorre veloce, con vari contributi), nel rispondere DICO ESPLICITAMENTE A CHI STO RISPONDENDO (“Giuseppe chiede…”). Questo consente di manifestare attenzione alle persone e, per la chat, fa sì che si capisca ancora meglio a quale domanda tra tante si sta rispondendo.

“Rappresentanti di classe”

Prima di iniziare il corso, ho scritto una mail (2 giorni prima della prima lezione) a tutti gli iscritti (200) e ho detto: nominate 3 rappresentanti di classe che si impegnino a seguire TUTTE le lezioni e le esercitazioni e fatemi sapere chi sono, con tutti i riferimenti per stare in contatto. NOTA: non ho detto COME fare, ma nel giro di 35 minuti avevo i nominativi. I rappresentanti sono gli unici che durante la lezione online hanno il diritto di aprire i microfoni e interrompermi, se nella chat vedono che qualcosa non sta funzionando o c’e’ bisogno di una spiegazione particolare (per me sarebbe impossibile seguire la chat). Funziona benissimo, si sentono molto responsabili!

Patti chiari …

In particolare in classi numerose, la chat può dare luogo a molto “rumore”. Chiarire da subito (post scritto nella chat + messaggio a voce) che:

  • eventuali problemi tecnici dei singoli (es. “io non la vedo/sento” oppure “non riesco a mettere like ai post”) NON verranno gestiti dal docente durante la lezione
  • questioni personali (es. “questo argomento sarebbe adatto al progetto finale?” o “sono in Erasmus in Patagonia senza accesso alla civiltà per due mesi”) NON verranno affrontate nel tempo comune (lezione o discussione) . Si può, per esempio, dare disponibilità a restare connessi nella piattaforma per un certo tempo oltre la lezione.

Esserci in 2

Per la prima lezione, in cui normalmente si danno molte istruzioni “pratiche” e informazioni su regole, esame etc. è utile essere in due nella stanza virtuale: docente ed esercitatore. Il docente svolge la spiegazione, l’esercitatore gestisce la chat rispondendo a tutte le cose pratiche (es. “Posso usare il linguaggio Python? NO”). Questa configurazione si può applicare anche ad altre lezioni che possano dare luogo a molta micro-interazione. È ovviamente “onerosa”in termini di risorse umane necessarie.

Quiz a risposta multipla

Un quiz a risposta multipla nella chat? Si può. Scrivete la domanda e poi le risposte possibili, chiedendo di mettere “like” a quella ritenuta corretta/migliore/preferita. Problema: gli studenti possono farsi condizionare dal crescere dei “like” a una delle risposte. Pur tuttavia, questa modalità può servire ad avere rapidamente il polso della situazione della comprensione di un gruppo classe o a raccogliere una opinione (cosa preferite tra…?).