Tutto sotto controllo

Instaurare l’abitudine di una comunicazione agli studenti e alle famiglie a cadenza FISSA e NOTA per tenere al corrente su quel che la scuola sta pensando e facendo in relazione alla gestione dell’emergenza. Il messaggio che si deve veicolare è, pur nell’onestà del riconoscere le difficoltà, che si sta affrontando la situazione al meglio. Questo è molto importante per instaurare un clima di cooperazione e fiducia che è essenziale per far funzionare la didattica a distanza. Un esempio? Il rettore del Politecnico di Milano invia tutti i giorni, verso sera, un aggiornamento sui lavori dell’unità di monitoraggio che opera per garantire il funzionamento dell’ateneo. Docenti e studenti hanno dimostrato di apprezzarla e questo ha generato un clima molto positivo.

Gruppi di lavoro

Per proseguire con il mio corso di restauro ho creato diverse stanze in Teams, ognuna dedicata a un gruppo di lavoro. Mentre un assistente seguiva con la classe intera l’esercitazione che si stava eseguendo, io ‘entravo’ nelle varie stanze chiedendo agli studenti di condividere i disegni su cui stavano lavorando: una volta che acquisivo i documenti (via scanner o fotografati), li commentavo insieme ai ragazzzi e poi passavo a un’altra stanza per ripetere la procedura di visione e commento con il nuovo gruppo. La condivisione degli schermi ha funzionato bene e io sono riuscita ad aiutare i miei studenti.

Rapida revisione dei concetti

Come verificare se i concetti principali di una lezione sono “passati”? Con un quiz rapido a risposta multipla (supportato da strumenti come per es. Kahoot). Su un argomento, io ho preparato (prima della lezione online) una serie di 10 domande a risposta multipla, con Kahoot. Al termine della lezione ho chiesto a tutti di usare il cellulare per prendere parte alla “sfida”. Le domande e le classifiche si vedevano sul mio schermo, condiviso con gli studenti (più di 100, da vari paesi). Ho tenuto traccia delle domande che hanno generato le risposte sbagliate e subito dopo la fine della sfida le ho commentate una ad una. Gli studenti lo hanno trovato utile anche perché – dicono – consente loro di capire quali siano gli snodi principali di un argomento.

Vox clamantis in deserto

L’insegnamento è, come insegnava Platone, un rapporto personale. Se non volete sentirvi come se steste gridando in mezzo al deserto, chiedete a 2-3 studenti di condividere il video: in questo modo, non starete più parlando a uno schermo (cosa che può mettere in difficoltà), ma a delle persone e seppure a campione potrete verificare le reazioni. I 2-3 studenti possono ruotare nel corso della lezione.

Interagite! Se no potrebbero andarsene…

Molti colleghi hanno notato che alcuni studenti, appena sanno che la lezione verrà registrata, si scollegano (evidentemente con l’intenzione di ascoltarla in seguito – magari velocizzando il video, tanti fanno così). Volete tenerli con voi? Interagite. Date un motivo per cui restare connessi sia un valore aggiunto. Non parlate interrottamente per ore senza mai fare domande, chiedere un feedback, o lasciare uno spazio per le loro domande. Potete definire un tempo di lezione e poi un tempo da dedicare al Q/A, da svolgersi o a voce facendo attivare i microfoni (se i numeri lo consentono) o via chat, raccogliendo le domande.

Fill in the blanks

Per ricapitolare in modo coinvolgente una lezione: preparare frasi che riassumano i concetti principali ma in cui MANCHI IL TERMINE ESSENZIALE. Chiedere agli studenti di identificare la parola mancante. Si può fare usando una presentazione con slides in cui nella prima ci sia la frase con la parola mancante e nella seconda la frase completa. Le proposte per la parola mancante si possono raccogliere tramite chat. In alternativa, si può usare un documento condiviso (ma solo con classi poco numerose). Far seguire ad ogni concetto una piccola discussione/riflessione.

“Cavalieri” virtuali

In aula, con classi non troppo numerose chiedo ad ogni studente di avere un “cavaliere” con il proprio nome davanti (non il cognome), per creare una atmosfera più personale. Nella lezione online è possibile farlo anche con classi numerose visto che si vede il nome dello studente: se qualcuno prende il microfono e fa una domanda oppure se la fa nella chat (che magari scorre veloce, con vari contributi), nel rispondere DICO ESPLICITAMENTE A CHI STO RISPONDENDO (“Giuseppe chiede…”). Questo consente di manifestare attenzione alle persone e, per la chat, fa sì che si capisca ancora meglio a quale domanda tra tante si sta rispondendo.

“Rappresentanti di classe”

Prima di iniziare il corso, ho scritto una mail (2 giorni prima della prima lezione) a tutti gli iscritti (200) e ho detto: nominate 3 rappresentanti di classe che si impegnino a seguire TUTTE le lezioni e le esercitazioni e fatemi sapere chi sono, con tutti i riferimenti per stare in contatto. NOTA: non ho detto COME fare, ma nel giro di 35 minuti avevo i nominativi. I rappresentanti sono gli unici che durante la lezione online hanno il diritto di aprire i microfoni e interrompermi, se nella chat vedono che qualcosa non sta funzionando o c’e’ bisogno di una spiegazione particolare (per me sarebbe impossibile seguire la chat). Funziona benissimo, si sentono molto responsabili!

Patti chiari …

In particolare in classi numerose, la chat può dare luogo a molto “rumore”. Chiarire da subito (post scritto nella chat + messaggio a voce) che:

  • eventuali problemi tecnici dei singoli (es. “io non la vedo/sento” oppure “non riesco a mettere like ai post”) NON verranno gestiti dal docente durante la lezione
  • questioni personali (es. “questo argomento sarebbe adatto al progetto finale?” o “sono in Erasmus in Patagonia senza accesso alla civiltà per due mesi”) NON verranno affrontate nel tempo comune (lezione o discussione) . Si può, per esempio, dare disponibilità a restare connessi nella piattaforma per un certo tempo oltre la lezione.

Tante micro pause

La cosa che manca di più nelle lezioni remote… è l’essere insieme nello stesso luogo, con tutti i segnali che questo comporta. Gli studenti sono ancora attenti o sono stanchi? In una classe, di fronte a evidenti segnali di stanchezza, faremmo “qualcosa”: da una battuta a una piccola pausa. Nelle lezioni remote, possiamo pianificare delle micro pause. Per esempio, al termine di un argomento difficile o ogni tot minuti, possiamo dire: “Ora chiudiamo i microfoni, prendetevi un bicchiere d’acqua… sgranchitevi le gambe… tra 3 minuti riprendiamo”. Questo comportamento dovrebbe ovviare alla deriva opposta, di un istruttore che parla spedito senza tutti i correttivi che in presenza mettiamo in atto spontaneamente, in reazione ai segnali del contesto.