Aurea mediocritas

Sto alternando video-lezioni registrate a lezioni in streaming (utilizzando G-Suite) e il feedback degli alunni è positivo. Nelle lezioni in presenza hanno modo di farmi domande (dai dubbi sulle spiegazioni fornite nelle video-lezioni ai quesiti sugli esercizi assegnati) e le video-lezioni possono essere riviste più volte e in momenti differenti. Questa modalità mista è efficace da più punti di vista, va incontro a tutti quegli studenti che possono collegarsi solo tramite smartphone e aiuta nel caso di problemi di connessione.

“Cavalieri” virtuali

In aula, con classi non troppo numerose chiedo ad ogni studente di avere un “cavaliere” con il proprio nome davanti (non il cognome), per creare una atmosfera più personale. Nella lezione online è possibile farlo anche con classi numerose visto che si vede il nome dello studente: se qualcuno prende il microfono e fa una domanda oppure se la fa nella chat (che magari scorre veloce, con vari contributi), nel rispondere DICO ESPLICITAMENTE A CHI STO RISPONDENDO (“Giuseppe chiede…”). Questo consente di manifestare attenzione alle persone e, per la chat, fa sì che si capisca ancora meglio a quale domanda tra tante si sta rispondendo.

Spezzare il video

Nel caso di una lezione lunga (1 – 2 ore), separare le parti “istruzionali” (che vengono registrate) da quelle di Q/A. Esempio: per 10 min si fa lezione (slides etc.); poi si blocca la registrazione; nel tempo di generazione del video, si apre la sessione di Q/A (da gestire o via chat o a voce), terminata la quale si torna alla lezione.

Vantaggi: (1) alla fine, gli studenti hanno dei video più gestibili (spezzati per argomento e nel complesso più brevi della “lezione”). Il Q/A resta comunque della chat. (2) alla fine del corso, ci si trova in possesso di una sorta di MOOC: la sequenza di video avulsi dal contesto specifico di “quel” gruppo di studenti.